29 Mar Misurare il comfort: i “ferri del mestiere” indispensabili
Per quanto possa essere soggettivo il benessere percepito in casa o nel proprio ambiente di lavoro è possibile valutare attraverso alcuni parametri ambientali quanto sia corretto il proprio microclima. Valutare in anticipo le prestazioni climatiche di un edificio è molto utile non solo per avere ben chiaro quali potrebbero essere i fattori di rischio per la propria salute, ma anche per individuare le variabili che potrebbero migliorare di molto il confort abitativo. Tra i fattori determinanti ci sono la temperatura delle pareti e dell’aria, l’umidità, la velocità dell’aria, e la presenza di anidride carbonica; una serie di variabili che se bilanciate a dovere possono garantire un clima “su misura” per ogni esigenza.
Parte essenziale del lavoro di tecnici specializzati in Clima, Energia e Ambiente come quelli Ferretti è, in fase preliminare di intervento, un’indagine sul “comportamento” del proprio edifico; un Audit generale sulla situazione dei propri impianti e sulle necessità del cliente. Grazie a strumenti tecnici molto precisi è possibile comprendere se sia necessario intervenire su impianti già esistenti oppure sia necessario provvedere all’installazione di sistemi più performanti. Ma la domanda è questa: quali sono gli strumenti in grado di leggere e tradurre il proprio clima in benessere abitativo?
La temperatura.
Grazie a strumenti tecnologici sempre più all’avanguardia è possibile definire quali siano i parametri ottimali per il proprio benessere ed intervenire qualora ci siano delle criticità da risolvere. Per monitorare la temperatura dell’aria in ambienti chiusi, che spesso è il fattore che più viene preso in considerazione dagli utenti, è necessario avvalersi rilevatori di temperatura. La temperatura dell’aria andrà poi mediata con la temperatura superficiale delle pareti, che incidono su quella effettivamente percepita dal corpo umano. Per quest’ultimo valore è necessario utilizzare un termometro a infrarossi, che rileva le radiazioni emesse da un corpo solido.
L’umidità dell’aria.
L’umidità dell’aria incide notevolmente sul confort percepito ed ha effetti negativi sia quando eccessivamente bassa sia quando troppo elevata. Per poter gestire al meglio il proprio microclima la variabile da dover monitorare è l’umidità relativa, ovvero il rapporto tra l’umidità assoluta e quella di saturazione. Tuttavia, per poter valutare quale sia la percentuale di umidità più idonea per il proprio microclima è necessario conoscere la quantità totale di vapore acqueo contenuto nell’aria in relazione alla temperatura dell’ambiente in questione. Lo strumento utile per questa misura si chiama igrometro, un apparecchio che può essere sia digitale che analogico. Alcuni modelli sono in grado di registrare anche il punto di rugiada, cioè il valore al di sotto del quale il vapore condensa, ed anche la temperatura. Ne esistono diversi modelli adatti sia per un uso interno che esterno, con livelli di precisione diversi in base alle necessità; in base anche al luogo in cui avviene la misurazione e al grado di precisione richiesto, si potrà infatti optare per apparecchi più o meno performanti. Pensiamo ad esempio al margine di errore accettabile in un’abitazione privata, totalmente diverso dalla precisione richiesta in un museo o in centri di elaborazione dati dove è necessario un controllo molto preciso.
La velocità dell’aria.
In ambienti chiusi è inevitabile la creazione di flussi d’aria in movimento, siano essi dovuti alla ventilazione naturale o al funzionamento di appositi impianti come i sistemi di ventilazione forzata. Se l’aria è troppo veloce è possibile che nascano situazioni di disagio, eventualmente localizzate in punti precisi della stanza. La sensazione di “calo di temperatura” a causa dell’aria in movimento sulla pelle può essere percepita in modo soggettivo in base anche all’attività che si sta praticando. Orientativamente per il ricambio di aria in un ambiente non dovrebbe superarsi una velocità di 1,5 m/s, anche se già da 0,5 m/s è possibile percepirne il movimento. Per misurare questa grandezza è necessario affidarsi ad un anemometro, di cui esistono due modelli: a ventolina o a filo caldo. I primi si usano principalmente per le bocchette di ventilazione, mentre i secondi offrono misurazioni più precise essendo adatti a calcolare la velocità dell’aria in ambienti più ampi.
Presenza di CO2.
Rilevare la presenza e la concentrazione di anidride carbonica nell’aria permette a tecnici specializzati come Ferretti – Specialisti in Clima, Energia e Ambiente di valutare la salubrità dell’aria ed impostare una corretta ventilazione (verificando il corretto funzionamento degli impianti). La presenza di molte persone in una stanza comporta una produzione maggiore di CO2 tale per cui il livello di concentrazione sarà superiore rispetto a quello di un ambiente aperto. Esistono sensori di rilievo di CO2 istantanei o altri che permettono un monitoraggio costante, molto utili anche in fase di monitoraggio di più edifici, non solo residenziali, ma anche scolastici o uffici. In questo caso è possibile installare dei sensori connessi al sistema di ventilazione che, superata una certa soglia, inviano un segnale di allarme regolandone il funzionamento.
Anticipare le esigenze è ciò che Ferretti – Specialisti in Clima, Energia e Ambiente prova a mettere in pratica in ogni suo intervento, dalla progettazione alla manutenzione ordinaria. In ogni installazione è molto importante guardare al futuro, fornendo un impianto affidabile che sia in grado di rendere ottime performance nel corso degli anni. Per questo motivo vi invitiamo a conoscere meglio il nostro lavoro sul nostro sito web e scoprire come Ferretti – Specialisti in Clima, Energia e Ambiente può aiutarvi ad ottenere il vostro clima ideale.